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Palazzo reale
                                                                                                                                                                                                     

ll Palazzo Reale di Palermo si erge nella parte alta della città, nei pressi della Cattedrale, su di un podio rialzato che ne accentua l'imponenza e la monumentalità. Massimo emblema del potere dei normanni sulla città, rappresenta con i suoi dieci secoli di storia uno dei monumenti più importanti della storia di Palermo e della Sicilia.L'origine del Palazzo Reale normanno risale alla seconda metà dell'Xl secolo. Narrano le cronache storiche che Roberto il Guiscardo, conquistata Palermo nel 1072,fece costruire un castello per controllare la città appena occupata e difendere da eventuali attacchi la guarnigione normanna lasciata a presidiarla. La costruzione fatta erigere dal Guiscardo sarà il nucleo originario dal quale si svilupperà in seguito il Palazzo Reale dei normanni, edificato per volere di Ruggero II nei primi decenni del XII secolo, probabilmente dopo la sua incoronazione avvenuta nel 1130. Il nuovo sontuoso palazzo edificato da Ruggero II verrà indicato con il nome di "Nuovo" o "Superiore" (Palatium novum o Castrum Superius) per distinguerlo dall'altro castello di Palermo, il Castellammare, posto invece nelle vicinanze del porto e definito "Vecchio" o "Inferiore". Il Palazzo Reale di Palermo si presenta come un eccezionale palinsesto architettonico ove convergono venticinque secoli di storia. L'area in cui sorgeva il vasto complesso del Palazzo era molto più estesa di oggi, circondata da mura e separata dalla città. L'imponente fabbrica sorse sul sito di antiche preesistenze puniche databili al V secolo a. C., riportate alla fine degli anni '80 del secolo scorso sotto la Sala del Duca di Montalto. IlPalazzo era al tempo stesso reggia, cittadella, industria reale, fortezza,prigione politica. Costituito da due parti ben distinte, a sud vi era quella parte del Palazzo che faceva capo alla Torre Greca, sede degli uffici, delle milizie e delle prigioni, mentre a nord vi era la residenza reale vera e propria, inaccessibile al popolo e facente capo invece alla Torre Pisana. Tra queste due realtà vi era la Cappella Palatina. Posta in una posizione baricentrica, essa rappresentava al tempo stesso sia lo spartiacque che il punto di tangenza tra le due parti. Al tempo di Ruggero II infatti accoglieva anche I'aula regia, il luogo deputato alle cerimonie regali o ad incontri uffrciali con ambasciatori e funzionari della curia, separata dal santuario che si trovava nello stesso ambiente. L'ala nord del Palazzo era composta da diversi corpi connessi alla Torre Pisana: la Joharia ("L'ingioiellata!"), fatta edificare da Ruggero ed ancora in parte oggi esistente, deputata agli ozi e agli svaghi dei re, e quel corpo chiamato Chirimbi, iniziato da Guglielmo I e terminato da Guglielmo II, demolito intorno al 1570, oggi del tutto scomparso. La torre Pisana è costituita da un alto e massiccio torrione a pianta quadrangolare, al cui pianterreno vi è la cosiddetta "Stanza del tesoro", un ampio ambiente quadrato coperto con una grande volta a crociera e illuminato da sei grandi feritoie aperte nelle pareti. Al centro della sala vi è una grande vasca quadrata con un imponente blocco centrale, per alcuni deputata alla conservazione dei tesori dei sovrani. Sopra questo ambiente vi è un maestoso e slanciato salone a pianta quadrata coperto con una grande volta a crociera, oggi ufficio del Presidente dell'Assemblea regionale siciliana, nelle cui pareti si conservano alcuni brani di mosaici con raffigurazioni architettoniche e soggetti animali (cavalli e volatili) interpretati come scene di caccia o di battaglia, che decoravano un ambiente di rappresentanza probabilmente destinato a funzioni conviviali e ricreative. Stesse funzioni sono attribuibili alla "Sala dei Venti", detta anche "delle Quattro colonne" per via delle quattro possenti colonne che reggono al centro il soffitto di questo ampio e luminoso salone facente parte invece dalla Joharia. Alla Sala dei Venti è collegato la cosiddetta "Sala di Ruggero", una piccola sala rettangolare coperta con una grande volta a crociera, spazio di rappresentanza del re paragonabile per funzione alla zona del trono della Cappella Palatina. Decorata tra il 1160 e il 1170, periodo di transizione tra i due Guglielmi, con splendidi mosaici raffiguranti scene di giardini, scene di caccia e scene mitologiche con centauri e pavoni che rimandano per soggetto ai mosaici della sala della fontana nel palazzo della Zisa (scheda p. 69), vi si trovano anche numerosi simboli regali come leoni, grifoni alati e un'aquila reale nella splendida volta decorata del soffitto. Sotto la Sala dei Venti vi è la "Stanza degli Armigeri", attualmente sede della biblioteca dell'Assemblea regionale, che riprende per conformazione e dimensioni la sala soprastante, coperta al centro da una volta a crociera poggiante su quattro pilastri collegati da quattro grandi arcate a sesto acuto. Posta tra l'ala della residenza regia e il Cortile Maqueda è la Cappella Palatina, preceduta da un alto loggiato con slanciate arcate a sesto acuto in mattoni poggianti su colonne, vicino al cui ingresso si trova una epigrafe trilingue in marmo bianco suddivisa in tre fasce orizzontali a rincasso, in ciascuna delle quali è incisa un'iscrizione rispettivamente in latino, greco e arabo, che ricorda la costruzione di un orologio per volere di Ruggero IInel1142. Sotto la Cappella Palatina si trova la Cappella inferiore, costruita nei primi anni del XII secolo e dedicata a Santa Maria di Gerusalemme, dal XVI secolo intitolata a Santa Maria della Grazia. È una piccola cappella a pianta centrale, triabsidata e coperta con volte a crociera poggianti su due colonne assiali, e rappresenta I'originaria cappella di Palazzo; adiacente ad essa è un angusto ambiente rettangolare voltato a botte e percorso da un camminamento esterno che ne circonda la struttura per tutti e quattro i lati, ove si racconta che nel 1166 fu nascosta la salma di re Guglielmo  Allo stesso livello della chiesa inferiore, sotto il Cortile della Fontana, sono invece alcuni ambienti convenzionalmente definiti "segrete", una serie di piccoli vani coperti da volte a crociera e culminanti in un grande ambiente rettangolare voltato a botte contenente alcuni singolari graffiti murari raffiguranti delle imbarcazioni. Di tali ambienti, ritenuti pressocché coevi al primo impianto normanno, non sono ancora state definite con certezza le reali funzioni. Poco rimane invece dell'ala sud del Palazzo, quella facente capo alla scomparsa torre Greca, se non per le cosiddette "prigioni politiche", una serie di ambienti continui disposti a ventaglio e coperti con volte a crociera, posti nel corpo sud-occidentale del palazzo. In tutto il palazzo dominano caratteri costruttivi e decorativi islamici: all'esterno nelle incassature delle finestre e nelle cornici archiacute, all'interno nelle grandi sale quadrate a padiglione centrale, nelle grandi arcate e nelle finestre a sesto acuto, e infine nelle murature intessute con conci uguali e squadrati, quasi plasmate per la perfezione degli inserti dei conci con la quale sono state realizzate. La concezione stessa del palazzo così come strutturato (reggia-cittadella amministrativa) ricalca prototipi islamici, e la stessa torre Pisana dal punto di vista strutturale presenta notevoli affinità con tipologie architettoniche turriformi del nord Africa dell'Xl secolo. Caratteristiche architettoniche nord europee possono invece leggersi nelle volte a crociera, nelle murature di grande spessore e nel sistema di cortine murarie e torri in cui era strutturato in origine tutto il Palazzo. Annesse al Palazzo erano-anche altre costruzioni di cui oggi rimane soltanto il ricordo: l' "Aula regia", detta anche "Aula Verde" (Aula Wridis), una grande aula posta in un ampio cortile all'aperto e fiancheggiata da portici destinata alle funzioni reali, e le cosiddette Nobiles Officinae, dei laboratori manifatturieri al servizio dei re dove venivano realizzati raffinati tessuti e manufatti artistici di grande pregio, volti a soddisfare i gusti e le richieste dei sovrani normanni, ma anche destinati a raggiungere le più prestigiose corti e i più importanti mercati europei. Alla fine del regno normanno ll Palazzo, raggiunto il massimo splendore architettonico, venne abbandonato dalla curia regia, mantenendo solamente le attività militari, amministrative e culturali, in quanto sede della scuola poetica siciliana sotto Federico II. Con gli Aragonesi, a partire dalla seconda metà del '200, il Palazzo venne del tutto abbandonato fino al Cinquecento. Utilizzato soltanto come presidio militare, dal 1513 fino al 1553 fu anche sede del Tribunale dell'Inquisizione. Nel 1553 il governo viceregio spagnolo, su ordine del vicérè Giovanni De Vega, veniva spostato dal Palazzo Chiaramonte detto Steri, dove si era trovato per circa due secoli,al Palazzo Reale. Dopo quasi tre lunghi secoli di abbandono e decadenza,la costruzione riemerse in seguito a questo avvenimento, quando inizio ad essere interessata da grandi interventi architettonici che modificarono in modo rilevante l'originaria foggia normanna, dando al Palazzo la conformazione odierna. Alla fine del '500 il viceré Maqueda fece realizzare il grande cortile loggiato a tre elevazioni che da lui prese il nome; sotto Carlo III (XVIII sec.) venne rinnovato lo scalone monumentale in marmo rosso di Castellammare. Nel 1616 si conclusero i grandi interventi architettonici sul Palazzo con la costruzione di un lungo corpo di collegamento tra la Torre Greca e la Torre Pisana con I'attuale facciata tardo-manierista a tre elevazioni che prospetta su piazza della Vittoria. Tra il ' 700 e glí inizi del '900 il Palazzo fu continuamente oggetto di interventi di carattere artistico e decorativo, che interessarono soprattutto le sale degli appartamenti reali poste al terzo piano, via via apportati dai diversi illustri proprietari del Palazzo, tra i quali i Borbone e i Savoia. Dal 1941è sede dell'Assemblea Regionale Siciliana, I'organo di governo della Regione Sicilia.
 
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